2019_4_Rivista OPAM_Maggio Giugno 2019

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Foto: Julien Herneis


Editoriale

MADRE: NOME PLURALE DI PERSONA di Don Robert NGONGI

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in da piccolo mia madre mi ha insegnato a chiamare mamma e papà tutti gli adulti del nostro entourage. Questo perché imparassi che il ruolo educativo di madre e padre non è privato, né riservato esclusivamente ai singoli genitori ma è un compito svolto collettivamente perché la società alla quale apparteniamo è un corpo unico, un patrimonio comune a tutti. In Africa generalmente si viene educati a questa appartenenza. Certo che questo richiede un grande senso di responsabilità e vigilanza perché questa appartenenza non venga interiorizzata in modo sbagliato, portando la persona a privilegiare ed assolutizzare il suo piccolo gruppo e a sviluppare atteggiamenti identitari di chiusura che conducono al personalismo, al tribalismo e al fondamentalismo. Ma, quando ciò viene vissuto in modo positivo, contribuisce in modo determinante ad accrescere nel bambino l’amore per il proprio Paese e il desiderio ad impegnarsi per il bene comune. Anche qui in Italia è stato così per molto tempo, specialmente nei piccoli centri. La propria madre non era la sola educatrice ma tutte le donne del vicinato sentivano la piena responsabilità della formazione dei bambini. L’immagine della mamma come figura collettiva faceva sì che un bambino abituato ad imparare dalla società che lo circonda crescesse come una persona capace di formare la società e le generazioni successive ad un ideale di interesse comune. Purtroppo la privatizzazione dell'educazione, determinata dall’influenza culturale del liberalismo capitalista, sta generando pericolose deviazioni sul valore e sul significato della maternità sia nel Nord come nel Sud del Mondo. E allora è urgente rivolgere il nostro sguardo a Maria, a lei, che ai piedi della croce ha accolto l’invito di Gesù ad estendere la sua maternità amorevole verso ciascuno di noi. Ed è alla Vergine di Guadalupe, che ogni mattina mi attende all’ingresso dell’OPAM, che chiedo l’aiuto affinché l’OPAM, con cuore di madre, possa svolgere il suo servizio per contribuire all’educazione e all’istruzione delle giovani generazioni del Sud del Mondo, unendosi a quella schiera di mamme preoccupate per il futuro dei loro figli. Ed è alla Mamma di tutte le mamme che chiedo di aiutarci a far sì che tante bambine, oggi ancora escluse dal diritto all’istruzione, possano ricevere un’educazione di qualità. Un proverbio africano recita “educare un


Editoriale uomo è educare un individuo, ma educare una donna è educare una nazione". Ed è proprio vero perché una donna che ha ricevuto una buona formazione sarà capace di trasmettere ai figli quanto necessario per vivere una vita piena e diventare difensori e promotori della dignità di ogni persona. Sono le mamme che in modo unico e speciale possono contribuire a formare un popolo cosciente dei propri diritti e doveri, un popolo capace di provvedere alla propria sopravvivenza, al proprio sviluppo, di custodire e difendere la propria e l’altrui dignità e collaborare con il Signore perché quel regno di fraternità, di giustizia e di Pace possa realizzarsi presto. La madre non educa per dovere ma per amore. E’ capace di un amore gratuito. La Vergine Maria è la figura più alta e perfetta di madre non solo perché ama con totale dedizione ma anche perché è disposta ad assumere tutti i rischi che questo amore comporta. Il Suo canto del Magnificat esprime bene questo concetto. La scrittrice e teologa francese Anne Soupa lo sottolinea con queste parole: «Sorprendente Maria! Si è portati facilmente a credere che le ragazze filino la lana e cullino la loro prole, ma quello che i Vangeli raccomandano è di un’altra tempra. Dietro la pietà dolciastra di cui tuttavia l’istituzione ha cercato costantemente di dotarla, spunta il vigore di colei che ha pronunciato il Magnificat per tutti i tempi e anche per il nostro. Maria proclama che Dio è Dio di giustizia. (...) Non ci potrà1 essere ordine sociale degno di questo nome che non metta i più deboli al centro delle proprie preoccupazioni» . Auguriamo a tutte le madri del mondo di prendere a cuore la missione educativa per formare, nel “grembo” del proprio cuore materno, uomini e donne pienamente umani ed esperti in umanità. L’OPAM dice grazie a tutte quelle madri che si impegnano quotidianamente per l’avvento di un mondo nuovo. La madre è sacra. Guai a quanti non riconoscono il suo valore o sembrano averlo dimenticato. Buona Festa della mamma a tutte!!!

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1 - ANNE SOUPA - Dodici donne nella vita di Gesù. Senza paura di amare e di essere amate Paoline, Milano 2018, p.61-32.

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Approfondimento

TANZANIA: BABY MAMME FUORI DALLA SCUOLA

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Africa, fra i tanti primati negativi legati alla miseria e all’ignoranza, ha anche quello di avere il più alto tasso di gravidanze adolescenziali. Mentre infatti le gravidanze precoci nel mondo coinvolgono 4,5 ragazze su 100, in Africa le baby mamme sono 10 su 100.1 Nella maggior parte dei casi la maternità non è desiderata, ma è conseguenza di usanze tradizionali come ad esempio i matrimoni precoci, o frutto di violenze ed ha conseguenze pesanti sulla vita di queste giovani e dei loro bambini. In Tanzania questo fenomeno rappresenta una vera emergenza che coinvolge il 27% delle adolescenti, vale a dire 1 su 4. L’istruzione e l’educazione giocano un ruolo chiave per prevenire e arginare questo fenomeno. In Tanzania il 76% delle donne adulte non ha ricevuto alcuna formazione scolastica. Il 59% delle bambine non finisce la scuola primaria e meno dell’1% delle ragazze ha un diploma di scuola secondaria. Nonostante ciò in Tanzania le ragazze madri vengono private del diritto allo studio da una legge che risale al 1961, anno dell’indipendenza dal Regno Unito. In realtà questa legge prevedeva che le ragazze fossero allontanate da scuola durante la gravidanza ma consentiva la ripresa degli studi dopo il parto, fino al completamento del ciclo primario. Nel 2002 tale legge è stata inasprita, con il divieto di rientrare a scuola anche dopo il parto. Nonostante le iniziali promesse dell’attuale presidente John Magufuli di abolire questa legge, a due anni dalla sua elezione avvenuta a furor di popolo nel 2015, lo stesso ne è diventato accanito difensore. Secondo i dati della Banca Mondiale, in Tanzania il 20% della popolazione possiede oltre il 50% della ricchezza del Paese e il reddito pro-capite è fermo a 2.528 dollari l’anno. Dodici milioni di tanzaniani (in maggioranza donne) vivono in condizioni di estrema povertà, con entrate inferiori a 0,60 dollari al giorno. Alla luce di questi dati, la legge che proibisce alle ragazze madri di tornare tra i banchi di scuola è particolarmente discriminante perché negare l’istruzione a queste giovani vuol dire impedire loro di accedere al mondo del lavoro, alla partecipazione politica, alla sicurezza sociale, alla possibilità di vivere una vita attiva e in salute, con gravi ripercusFoto: Roberto Faccenda sioni sullo sviluppo e il futuro del Paese. Stesse restrizioni si verificano in altri Paesi: Guinea Equatoriale, Sierra Leone, Burkina Faso e Angola. Non esistendo politiche relative al trattamento delle studentesse durante la gravidanza, nelle scuole vengono imposte pesanti sanzioni e punizioni ai loro danni. Ma cosa succede alle ragazze una volta espulse dalla scuola pubblica? Nel migliore dei casi hanno la possibilità di frequentare dei corsi professionali o di iscriversi a una scuola privata, ma la maggior parte delle famiglie non dispongono delle risorse necessarie per il pagamento delle rette. Le leggi che negano il diritto fondamentale all’istruzione alimentano un circolo vizioso che rende le donne, ancora una volta, vittime del sistema: le bambine e le ragazze rischiano di diventare vittime della tratta, di subire violenze, di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Negli ultimi anni, la Tanzania si è allontanata molto dal pensiero rivoluzionario del suo padre fondatore, Julius Nyerere che, insieme a Nelson Mandela, è stato tra le personalità più importanti dell’Africa moderna. Nyerere, ex insegnante e uomo illuminato, sosteneva con forza che l’istruzione non serve a fuggire dalla povertà ma rappresenta uno dei modi per combatterla. L’espulsione dalle scuole pubbliche non può essere la soluzione adottata da alcuni governi africani al problema dell’alto tasso di gravidanze precoci. L’auspicio è che col tempo la Tanzania possa seguire l’esempio di altri Paesi africani, quali il Gabon e la Costa d’Avorio, dove viene garantito alle ragazze madri il diritto di continuare il proprio percorso formativo e di adottare politiche che favoriscano e supportino il ritorno a scuola delle ragazze, come hanno fatto alcuni Stati quali Benin, Capo Verde e Francesca Politi Senegal. 1 - WeWord Index 2018


Progetto 2185

Rep. Dem. del Congo

Restituire dignità alle donne attraverso l’istruzione Luogo: Kasangulu Scuola: alfabetizzazione e professionale Tipologia: attrezzature Beneficiari diretti: 150 donne Partner locale: diocesi di Kisantu Contributo richiesto: € 7.000 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

PROGETTO. Da Kasangulu scrive Padre Thomas Mbembo responsabile della parrocchia di Saint Joseph: “La condizione femminile nel nostro territorio è molto difficile. Le ragazze sono spesso abbandonate a se stesse, alla triste sorte di una vita precaria, non istruite, senza un lavoro spesso finiscono col prostituirsi per le strade, o nei bordelli, diventano precocemente madri e sono rifiutate dalle famiglie. Tante persistono nella dissolutezza contro la propria volontà costrette dalla realtà di una vita misera, vittime di abusi, violenze sessuali, esposte al rischio di contrarre gravi malattie quale l’AIDS.” In questo contesto così difficile la parrocchia ha avviato un programma per il recupero a una vita dignitosa di queste giovani donne attraverso l’alfabetizzazione e la formazione professionale nel settore della sartoria, con l’obiettivo di aiutarle a reinserirsi dignitosamente nella comunità sociale. “Questa iniziativa - scrive il parroco - è fondamentale per l’intera comunità di Kasangulu perché riconosce alla donna

il ruolo di protagonista dello sviluppo sociale e di sostegno della famiglia: Nella zona non ci sono scuole professionali e questa opportunità formativa è una risposta, unica per ora, alle esigenze delle giovani. Il progetto, della durata di 6 mesi, coinvolgerà 50 madri vedove, 25 madri capo-famiglia, 75 ragazze che hanno abbandonato la scuola, tutte donne in grande povertà e vulnerabili. Chiediamo alla generosità dei benefattori dell’OPAM di aiutarci finanziando l’importo di 7.000 € per l’acquisto di attrezzature e materiali: 20 macchine da cucire, 2 per sopraggitto, 2 bottonatrici, stoffe, bottoni, filati, ecc. e utensili da sartoria. Un contributo locale di 1.790 € coprirà i costi per la preparazione dei locali, il salario di due formatori e del coordinatore del progetto, la manutenzione, l’acquisto di altre attrezzature (assi da stiro, tavoli per le macchine, ecc.). Vi ringraziamo in anticipo per quanto potrete fare per sostenere la promozione delle donne della nostra parrocchia.”

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CONTESTO. Il villaggio di Kasangulu, si trova nella Provincia del Congo Centrale a 33 km da Kinshasa. Il suo territorio si estende su una superficie di 4 680 km², e ha una popolazione di 194.190 abitanti in continuo aumento per il rientro di profughi congolesi cacciati dall’Angola e l’arrivo di gente in fuga dai conflitti armati in varie zone del Paese. La maggior parte dei suoi abitanti vive di agricoltura (manioca, mais e arachidi), pesca e piccolo allevamento ma quanto prodotto copre solamente il 20% del fabbisogno. C’è una grande povertà e la disoccupazione giovanile è elevata. Quanto all’istruzione, nel territorio ci sono diverse scuole primarie e secondarie, ma il 60% hanno strutture fatiscenti. Inoltre l’istruzione è gratuita sulla carta: oltre alle rette, infatti, le famiglie devono farsi carico di altre spese (stipendio insegnanti, materiali scolastici, ecc.). Il tasso di analfabetismo è elevato, ancor più quello delle ragazze che in gran numero abbandonano la scuola perché i genitori, molto poveri e spesso senza lavoro, quando possono preferiscono mandare a scuola i figli maschi e lasciare a casa le femmine.

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Progetto 2186

Rep. Dem. del Congo

Formazione agraria per mamme in difficoltà Luogo: Plateau Batéké Scuola: professionale Tipologia: attrezzature e materiali Beneficiari diretti: 20 donne Partner locale: Suore di San Giuseppe Contributo richiesto: € 5.415 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

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CONTESTO. Il Plateau Batéké è un altopiano di un centinaio di km che arriva fino al fiume Mai-Ndombe, confine naturale tra la provincia di Kinshasa e quella del Bandundu. A Mokili Ngonga, uno dei numerosi villaggi dell’altopiano, le Suore di S. Giuseppe avevano avviato nel 2004 una missione in questa che è una delle zone più popolate, povere e abbandonate della regione, affrontando la grave situazione trovata: malnutrizione, alta percentuale di mortalità infantile, grande miseria, mancanza di infrastrutture, di elettricità, di acqua, oltre ad un tasso di analfabetismo molto elevato tra i piccoli come tra gli adulti. In una popolazione costituita in maggioranza di donne e bambini, molte giovani mamme, ragazze-madri senza lavoro sono abbandonate a se stesse, con i loro bambini, senza il sostegno di qualcuno che si occupi di loro.

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PROGETTO. Come molti amici sanno, l’OPAM accompagna la missione delle Suore di San Giuseppe sin dall’avvio delle loro attività in campo educativo contribuendo alla costruzione e all’ampliamento della scuola dove, attraverso le adozioni scolastiche, sostiene la scolarizzazione dei bambini più poveri. Nel loro impegno per la promozione dello sviluppo della comunità locale e in modo particolare delle donne, le suore hanno avviato anche attività in campo agricolo con l’intento di passare da un’agricoltura di sussistenza ad una agricoltura più moderna capace di migliorare la produttività di questa zona molto fertile e generare reddito. Suor Anna Alfreda Kumbi Kumbi Sona, ci scrive: “Attualmente, le donne si dedicano ad un'agricoltura di sussistenza che non permette loro di risolvere i problemi della famiglia: far studiare i figli, ovviare al problema della malnutrizione e spesso della sotto alimentazione (mangiano poco e, quando qualcosa c'è, una volta per giorno... o a turno!). Abbiamo a disposizione 10 ettari di terreno attualmente coltivato a manioca, alimento base e quasi esclusivo in questa zona. Desideriamo avviare un progetto di formazione agraria rivolto a ragazze-madri e giovani mamme, perché possano apprendere nuove tecniche e coltivare, altri prodotti (mais, arachidi, ortaggi...), oltre la manioca.

Inizieremo con un gruppo di 20 donne provenienti da diversi villaggi: Mokili Ngonga, Kananga, Mpuki Nsele, Ika... Per la parte teorica il gruppo sarà seguito da un ingegnere agronomo e per quella pratica da due suore. Inoltre le donne riceveranno lezioni di nutrizione per migliorare la qualità di vita e di salute delle loro famiglie. Chiediamo aiuto all’OPAM per acquistare gli attrezzi necessari (20 zappe, 20 machete, 20 asce, carriole, rastrelli, annaffiatoi, secchi, ecc.), le sementi, pagare i lavori di pulizia, aratura e erpicatura del terreno. Il costo complessivo previsto è di 5.415 €. Al completamento del progetto, i prodotti raccolti serviranno ad assicurare alle famiglie un’alimentazione corretta e a migliorare il reddito familiare. Inoltre la vendita di parte della produzione consentirà di creare un fondo per la scolarizzazione dei figli e per dare continuità al progetto. Pensiamo infatti che questa esperienza servirà da esempio per le comunità locali perché accettino di apprendere e adottare nuovi metodi di coltivazione. Vi ringraziamo anticipatamente per quanto potrete ancora fare per noi.”

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Progetto 2187

India

Una nuova aula per la Child Jesus Primary School Luogo: Soosaiapparpattinam Scuola: primaria Tipologia: edilizia scolastica Beneficiari diretti: 436 bambini Partner locale: diocesi di Kumbakonam Contributo richiesto: € 8.875 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

PROGETTO. La diocesi Kumbakonam opera da anni per garantire il diritto all’istruzione soprattutto delle fasce più emarginate della popolazione, realizza campagne di sensibilizzazione sull'importanza dell'istruzione e si impegna ad aprire nuove scuole anche nei villaggi più remoti per assicurare l'educazione dei bambini senza discriminazione di casta, ceto e religione. Una di queste si trova a Soosaiapparpattinam, un villaggio di 14.490 abitanti che fa parte del comune di Udayarpalayam. E’ la “Child Jesus Primary School” che è impegnata ad aiutare gli studenti ad acquisire basi solide e promuove lo sviluppo integrale attraverso programmi accademici e metodologie innovative che rendono l'apprendimento divertente ed efficace. Ci scrive Padre P. Singarayar, direttore della scuola, per raccomandare ai benefattori dell’OPAM un progetto per il suo istituto: “In India vige l'obbligo scolastico fino ai 14 anni, ma in realtà le autorità governative non garantiscono l’esercizio di questo diritto creando le condizioni necessarie. La maggior parte delle scuole diocesane, le uniche aperte anche ai più poveri e ai fuori casta, non ricevono contributi dallo stato e tutte le spese, compresi gli stipendi agli insegnanti, sono sulle sue spalle, considerato che sono poche le famiglie che possono pagare la retta per i propri figli. Con difficoltà riusciamo a far fronte al-

l’ordinario. Ogni spesa straordinaria diventa proibitiva. La scuola è frequentata da 436 alunni, e cominciano a essere tanti per gli spazi che l’edificio scolastico attuale può offrire. E’ così diventato urgente costruire una nuova aula per mantenere l’efficienza e la qualità dell’educazione e conservare il rapporto attuale di un insegnante ogni 30 studenti. Il costo totale del progetto è di 11.250 €. Il contributo locale è di 2.375 € e ci rivolgiamo alla generosità dei benefattori dell’OPAM perché ci aiutino a coprire il restante importo di 8.875 €. Il mio personale ringraziamento si unisce a quello dei bambini della scuola e delle loro famiglie per quanto potrete fare.”

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CONTESTO. Udayarpalayam è una cittadina che si trova in Tamil Nadu nel sud-est dell’India, distante circa 255 km. da Chennai, capitale dello stato. Oltre il 10% della sua popolazione ha un’età inferiore ai 6 anni e circa il 25% appartiene alla casta più bassa nella scala sociale (scheduled caste). Le principali attività economiche sono l’agricoltura, con coltivazioni di riso, miglio, legumi, la pesca e la tessitura. Ma il territorio è molto arido e poco produttivo e molti sono quelli che si spostano per fare lavori stagionali in altre zone. Dal punto di vista dell’istruzione il tasso di alfabetizzazione è abbastanza elevato, anche se inferiore a quello medio dello stato soprattutto per quanto riguarda le donne (il 38% è analfabeta), ma i bambini delle famiglie più povere non possono accedere a un’istruzione di qualità e sono vittime del lavoro minorile.

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Progetto 2188

Camerun

Una scuola più grande per i bambini Mofou Luogo: Moudal Scuola: primaria Tipologia: edilizia scolastica, stipendio insegnanti Beneficiari diretti: 120 bambini Partner locale: Suore Orsoline di Gesù Contributo richiesto: € 7.500 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

opam maggio-giugno 2019

CONTESTO. Mokolo è un dipartimento dell’Estremo Nord del Cameroun, una regione bellissima, con paesaggi mozzafiato dove i caratteristici pinnacoli dei monti Mandara emergono come d’incanto nella savana. La sua popolazione è in massima parte di etnia Mofou. Quella Mofou è una società rigidamente patriarcale dove donne e bambini sono considerati quasi una proprietà degli uomini. Avere tanti figli è una benedizione per il popolo Mofou, perché costituiscono manodopera gratuita per le attività agro pastorali, principale risorsa economica della regione. Negli ultimi tempi, a causa della progressiva desertificazione, le condizioni di miseria non fanno che aggravarsi. Gli uomini emigrano verso le grandi città in cerca di lavoro e col passare del tempo si rifanno una famiglia lì dove vivono, e così i villaggi restano abitati quasi esclusivamente da donne sole con tanti figli e da anziani. Ad aggravare le difficili condizioni di vita, alla povertà si è aggiunta anche l’insicurezza a causa delle violenze perpetrate dalla setta dei Boko Haram provenienti dalla vicina Nigeria. Tre quarti dei bambini non vanno a scuola per ignoranza dei genitori e per la immensa povertà che a stento consente a queste famiglie di sopravvivere.

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P ROGETTO . Da molti anni le suore Orsoline sono impegnate nell’educazione. Svolgono un capillare servizio di alfabetizzazione e di promozione delle donne e di sensibilizzazione delle famiglie sull’importanza dell’istruzione per i loro figli e in modo particolare per le bambine. Ci scrive Sr. Maria Luise Bounong: “Moudal è un villaggio rurale isolato, a 15 Km da Mokong, il villaggio più vicino, difficilmente raggiungibile a causa della mancanza di strade. Qui c’è un’unica scuola primaria di cui sono la direttrice. La scuola è frequentata da 202 allievi (83 bambine e 119 bambini). Vi lavorano 4 in-

segnanti. L’azione di sensibilizzazione sull’importanza dell’istruzione sta dando ottimi risultati e le richieste di iscrizione alla scuola sono in aumento. Abbiamo dunque necessità di costruire con urgenza 3 nuove aule. Il costo totale della costruzione è di 31.090 €. La Caritas Antoniana ci aiuterà a coprire la spesa con un contributo di 24.000 €. La Comunità locale partecipa con un contributo di 1.460 €. Ci rivolgiamo a voi amici dell’OPAM per chiedervi di aiutarci a terminare la costruzione (5.630 €) e per contribuire allo stipendio dei nostri docenti (1.870 €). Vi ringraziamo anticipatamente per il vostro generoso aiuto.”

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Progetto 2189

Myanmar

Completiamo il doposcuola per i piccoli Kayah Luogo: Htayngalya Scuola: doposcuola Tipologia: Arredi e materiale didattico Beneficiari diretti: 108 bambini Partner locale: Missionarie del SS. Sacramento Contributo richiesto: € 2.200 Per sostenere questo progetto seguite le indicazioni nella retro copertina su come fare una donazione. Se il progetto scelto è già stato finanziato la vostra offerta sarà attribuita ad un altro non ancora coperto.

PROGETTO. A Htayngalya, un villaggio satellite della città di Loikaw, capoluogo della regione, nel 2014 le Ancelle Missionarie del SS. Sacramento (MSBS) hanno avviato una loro missione. Qui hanno costruito una scuola-ostello, la Casa della Pace, per bambine orfane, abbandonate o vittime della violenza dei gruppi ribelli che qui continua a essere una dolorosa realtà. Dopo un tempo di apprendimento della lingua ufficiale (parlano infatti lingue diverse a seconda dell’etnia di appartenenza), le bambine vengono inserite nell’unica scuola elementare di un villaggio vicino. Attraverso l’adozione scolastica l’OPAM si fa carico delle spese per la loro istruzione e lo scorso anno ha anche sostenuto le spese per la costruzione di un doposcuola che garantisce un’educazione di qualità non solo alle piccole ospiti dell’ostello ma anche ai bambini del villaggi limitrofi.

Ci scrive la responsabile Suor Elizabeth Libel: “L’iniziativa del doposcuola continua ad avere un grande successo. Abbiamo 108 bambini appartenenti a famiglie povere e minoritarie che così possono assicurare un’educazione di qualità ai loro figli. La scuola locale è carente e gli insegnanti integrano le lezioni del mattino con lezioni a pagamento che queste famiglie non sarebbero in grado di pagare. Grazie all’OPAM ora abbiamo un edificio in cui accogliere questi piccoli (Prog. 2151 marzo 2018), ma abbiamo ancora bisogno di un piccolo contributo per finire di arredarlo (50 sedie in plastica, 25 tavoli di legno, 2 lavagne, 1 cattedra e 2 scaffali) e acquistare testi per gli insegnanti e materiale didattico per i bambini. Il costo totale del progetto è di 2.200 €. Confidiamo in voi perché la Casa della Pace possa continuare il suo importante servizio! Un caro saluto e grazie di cuore dai nostri piccoli e dalle loro famiglie”.

opam maggio-giugno 2019

CONTESTO. La regione di Kayah, si trova nel nord del Myanmar al confine con la Thailandia. E’ un territorio abitato in massima parte da una popolazione di etnia Kayah, dalle antiche origini sino-tibetane, distribuita in decine di villaggi difficili da raggiungere, sparsi tra le foreste sui monti. In Myanmar oltre 1 milione e 700 mila minori, 1 bambino su 5, di età compresa fra tra 10 e 17 anni, non vanno a scuola. A queste cifre ne vanno aggiunti molti altri, bambini invisibili, non censiti da nessuno perché appartenenti a popolazioni apolidi come i Rohingya, i Kachin… Il destino di questi piccoli è drammatico, specie nelle regioni di confine, come è quella di Kayah, dove esiste una vera e propria tratta di minori, specialmente di bambine delle minoranze etniche, che non essendo registrate all’anagrafe non esistono per nessuno tranne che per i trafficanti di esseri umani. Questi, travestiti da “benefattori”, le vanno a cercare nelle aree rurali più remote e, con la promessa di farle studiare o trovare per loro un lavoro, le sottraggono alle famiglie. Passato il confine con la Thailandia, invece vengono avviate alla prostituzione e all’industria pedopornografica. La Chiesa è in prima linea nella lotta contro la tratta di minori e ha puntato sulla promozione del diritto all’istruzione per proteggerli e dare loro la speranza di un avvenire dignitoso.

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Filo diretto Testimonianze di gratitudine che ci giungono dai responsabili dei progetti realizzati e che ci aiutano a capire che insieme si può contribuire realmente a rendere migliore il nostro mondo e a far rifiorire la speranza.

Keren - Eritrea

Prog. 2139/2017

Grazie dall’orfanotrofio S. Agnese Carissimi, nonostante le crescenti difficoltà del nostro Paese, il Signore ci ha benedetto facendoci giungere la Sua Provvidenza anche attraverso voi, amici dell’OPAM, grazie al vostro sostegno alle ospiti dell’orfanotrofio S. Agnese. Questa istituzione è stata fondata nel 1887 dalle suore Figlie di S. Anna per accogliere le bambine orfane o figlie di mamme e papà soli che non riescono a provvedere alla loro crescita e alla loro educazione. Oggi tre suore sono responsabili dell’andamento quotidiano dell’intera famiglia di S. Agnese che lo scorso anno scolastico, grazie anche al vostro contributo, ha potuto accogliere ed assicurare un’istruzione a 22 ospiti di età compresa fra 3 e 17 anni. Il rendimento scolastico delle allieve è molto soddisfacente e tutte sono state promosse. Nell’orfanotrofio il compito delle suore è molto delicato perché sono chiamate a prendersi cura di bambine che hanno alle spalle storie molto dolorose. Otto di loro hanno perso la mamma a causa di complicanze del parto, dramma purtroppo assai frequente qui da noi per la carenza di strutture sanitarie e la difficoltà di accedervi a causa della povertà. Altre sono rimaste orfane a causa della guerra. Due hanno mamme con problemi psichiatrici per gli stenti e le sofferenze subite. Dodici hanno un padre ma il servizio militare a tempo indeterminato vigente in Eritrea tiene lontani dalle famiglie i papà anche per tutta la vita. L’impegno delle suore per curare le ferite dell’anima di queste piccole è assai gravoso, ma riuscire a restituirle alla vita con la speranza di un avvenire migliore dona loro la forza di continuare questa importante missione. A nome mio personale e dell’intera Comunità Sant’Agnese vi giunga il nostro più sentito ringraziamento Abune Kidane Yebio Vescovo di Keren

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Lolo - R. D. Congo

Bandtenga e Zooré Burkina Faso

Bolongo-Molongo R. D. Congo

Dalla teoria alla pratica

Tutte promosse!

Completata la biblioteca

Prog. 2141/2017

Prog. 2147/2018

Prog. 2156/2018

Cari amici e benefattori, voglio ringraziarvi per il sostegno che avete dato all’Istituto Bosembo di Ekama nel territorio della Diocesi di Lolo. La scuola ha una sezione di Biochimica ed una di Sociologia. Poiché per motivi legati alla tradizione e alla povertà molte bambine venivano escluse dal diritto all’istruzione, abbiamo tante giovani analfabete e che non hanno un mestiere in mano. Per questo l’Istituto Bosembo ha aperto una sezione di alfabetizzazione di base e di sartoria. Finora le ragazze imparavano a cucire a mano e ricevevano nozioni teoriche sul funzionamento delle macchine da cucire ma non ne avevano mai usata una. Grande è stata la loro gioia quando dopo un lungo viaggio via fiume, le 40 macchine manuali e le 4 macchine elettriche sono finalmente arrivate da Kinshasa . Le nostre giovani non finiranno mai di ringraziarvi e vi assicurano la loro preghiera. Il Signore vi benedica.

Cari amici e benefattori, voglio esprimervi i sinceri ringraziamenti dai centri di formazione delle ragazze di Bandtenga e di Zooré gestiti dall’OCADES della Diocesi di Koupela. Il progetto da voi sostenuto è per la promozione sociale delle ragazze attraverso l’alfabetizzazione in lingua Moorè e l’apprendimento di un mestiere (sartoria, cucina, orticultura) perché possano trovare un lavoro. Il progetto è stato preceduto dalla formazione dei formatori, dall’allestimento delle aule per la formazione sia attraverso l’acquisto di tavoli e sedie sia garantendo il materiale didattico e le attrezzature per i corsi professionali. Al termine del corso 19 ragazze hanno sostenuto e superato con brillanti risultati l’esame finale. E’ per noi motivo di grande soddisfazione che la più brava di tutte le partecipanti all’esame di diploma della regione sia proprio una ragazza proveniente dal nostro centro! Le donne, i loro formatori e gli organizzatori uniscono le loro voci per dirvi grazie. Preghiamo il Signore perché vi benedica.

Cari amici dell’OPAM, voglio ringraziarvi di cuore per il vostro generoso aiuto che ci ha permesso di acquistare i libri per la biblioteca del seminario minore e la propedeutica di Bolongo-Molongo nella diocesi di Lisala. I due livelli di studio sono frequentati da 94 studenti. La biblioteca possedeva già più di 5000 volumi, ma la maggior parte di questi erano vecchi, soprattutto i manuali scolastici. Ciò rendeva difficile il lavoro degli insegnanti. I libri acquistati con il vostro contributo sono essenzialmente i nuovi manuali scolastici affinché i seminaristi possano avere una formazione ricca e completa. Oltre alla spesa dei manuali ha inciso naturalmente sul totale il costo del trasporto (imballaggio, trasporto, tasse...). Ora tutto è a posto, e i ragazzi possono studiare con profitto per prepararsi a svolgere adeguatamente il loro ministero sacerdotale o il loro impegno civile, per poter trasformare positivamente la società dal punto di vista sia spirituale che umano. Ai ringraziamenti degli insegnanti e degli studenti unisco i miei personali come Rettore del seminario.

Mons. Jean-Bertin Nadonye Ndongo Vescovo di Lolo

Gerard Francis Yougabare

P. Modeste Ngbaki


Testimonianza

MARTIRE D’AMORE lle 8 di mattina del 20 marzo arriva una telefonata che non avremmo mai voluto ricevere. E’ Sr. Elvira Tutolo da Bangui che ci annuncia che p. Jean Marius Toussant era stato assassinato. La comunicazione era disturbata e le poche notizie ancora confuse. Ho sperato che ci fosse un errore di persona... Ma 5 minuti dopo arriva la conferma da Mons. Jean Bertin Nadyone, Vescovo di Lolo, colui grazie al quale, dieci anni fa, p. Toussaint è entrato a far parte della grande famiglia dell’OPAM. P. Jean Marius Tuossaint Zoumalde non c’è più. Il dolore è immenso. E’ stato ucciso a Ngaoundéré, in Cameroun, mentre cercava di tornare alla sua missione di Baibokoum, in Ciad, dove da dicembre 2017 era stato assegnato per seguire i giovani e gestire il museo della civiltà Mboum. Qualche ora dopo arriva l’immagine del suo corpo esanime in un lago di sangue. Indossa la sua camicia a quadri rossa che era quasi la sua divisa di viaggio quando si spostava in missione fra i villaggi. Aveva trascorso una settimana nel suo Paese, il Centrafrica, invitato dal Vescovo di Bouar a tenere un corso per i sacerdoti. Aveva deciso di rientrare in Ciad facendo un percorso più lungo per non mettere a rischio la propria vita e quella dei confratelli a causa delle minacce ricevute da gruppi di ribelli sedicenti islamici, al confine fra Centrafrica e Ciad, per la sua attività di giornalista e per aver più volte denunciato con coraggio il tentativo di far passare come guerra di religione quella che era una guerra per il possesso delle risorse naturali in Centrafrica. E così, rifiutando un passaggio del suo superiore fino a Bossangoa, era partito da solo utilizzando un pullman di linea e pensando di trascorrere la notte alla procura di Ngaoundéré per ripartire l’indomani. Preso possesso della sua camera, è uscito a cercare qualcosa da mangiare… Il suo corpo è stato ritrovato la mattina dopo da un poliziotto poco distante dalla procura. Giaceva in una pozza di sangue dopo essere stato pugnalato barbaramente. Fra’ Toussaint aveva 47 anni. Era frate cappuccino dal 1994 e sacerdote dal 2002. Figlio di un veterinario e di

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un’insegnante era un uomo di grande cultura. Parlava Sango, Francese, Inglese, Tedesco. Amava la letteratura, la filosofia, la storia, l’arte e la musica. Era compositore e direttore di coro. Nel tempo libero si dilettava a curare le piante per seminare ovunque bellezza. Aveva studiato Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana a Roma. Era stato insegnante e poi, dal 2008 al 2016, prefetto agli studi nello studentato Saint Laurent, dove si sono formate intere generazioni dei frati cappuccini del Ciad e della Rep. Centrafricana. Per molti anni era stato direttore di Radio Siriri, la radio diocesana di Bouar. La sua voce calda era quotidianamente messa al servizio del Vangelo, dell’educazione integrale del suo popolo, della Pace. Un’anima bella Fr. Toussaint, ma soprattutto un sacerdote col cuore di Gesù, un missionario infaticabile capace di relazioni di amicizia con tutti, senza distinzione alcuna. Era stato anche uno dei possibili candidati alla presidenza dell’OPAM ma la congregazione non aveva accettato perché aveva difficoltà a sostituirlo. Il vescovo di Bouar, Mons. Miroslaw Gucwa, ha presieduto la solenne liturgia funebre. C’erano tutti a piangere Fr. Toussaint mentre il coro con le voci spezzate dal pianto intonava i canti liturgici da lui composti. Ora il suo corpo riposa nel cimitero di Yolé vicino al seminario dove era cresciuto e dove aveva contribuito alla formazione di centinaia di giovani. Le indagini sono ancora in corso ma si parla di p. Toussaint come di un martire. Non fatichiamo a pensarlo anche noi. Il Signore converta i cuori di quanti hanno profanato il corpo di questo sacerdote stupendo. E tu, Padre Toussaint, dal Cielo continua a vegliare su di noi e ad intercedere perché sorga presto un mondo di fraternità Anna Maria Errera e di pace.


Vita associativa

ASSEMBLEA SOCI OPAM 2019 l 6 aprile, i Soci dell’OPAM si sono ritrovati presso la Casa Caburlotto di Roma per l’annuale appuntamento dell’Assemblea. E’ stato un momento importante sia per le tematiche trattate sia perché, come sempre, questo momento rappresenta un’occasione di scambio, di condivisione di idee, di preoccupazioni, di sogni, e anche perché il clima di fraternità che si crea dona energie nuove e riempie di gioia. La prima parte della giornata è stata destinata all’Assemblea straordinaria per l’approvazione delle modifiche dello Statuto dell’OPAM, necessarie per adeguarlo alla legge di riforma del terzo settore. A seguire sono stati approvati sia il bilancio consuntivo che quello preventivo. Ha parlato davvero al cuore di ciascuno dei presenti la Relazione di Don Robert emozionatissimo, alla sua prima Assemblea in qualità di Presidente. In continuità con Don Carlo Muratore e Don Aldo Martini ha tracciato le prospettive future dell’OPAM sottolineando come “l’opera di alfabetizzazione non può più limitarsi all’insegnare a leggere, scrivere e far di conto ma è urgente promuovere un’alfabetizzazione più ampia sia nel Sud come nel Nord del Mondo: educare ad un umanesimo integrale. E per realizzare un umanesimo integrale ci vuole un’educazione integrale capace di assicurare alle donne e agli uomini di tutto il mondo le competenze e gli strumenti necessari per imparare a vivere come cittadini di un solo pianeta, di un’unica casa comune”. Nel pomeriggio i rappresentanti dei gruppi locali presenti, Noto (SR), Terrasini (PA), Pisa, Ventimiglia, Milano, Ardauli (OR) e Orbetello (GR), hanno relazionato sulle attività svolte e su quelle previste per il 2019. Ringraziamo quanti sono intervenuti e coloro che hanno accompagnato i lavori assembleari con la preghiera. Un grazie particolare va allo Staff di Casa Caburlotto per la squisita ospitalità.

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Lo scorso 6 aprile mi sono ritrovata a Roma per partecipare all'Assemblea dei soci OPAM. Per me è stata un esperienza forte, tutta nuova: la mia prima esperienza come socia. Conosco l'OPAM da tanti anni grazie al gruppo Amici OPAM di Noto e ai Maestri Infioratori che ogni anno organizzano l’evento “ho a cuore l’OPAM” con la realizzazione di bellissimi tappeti di sale colorato. Da un anno collaboro attivamente per promuovere e cercare di sensibilizzare le persone facendo loro conoscere lo spirito e le iniziative dell’Associazione. E così sono entrata a far parte di questa grande famiglia, tutto grazie al neo presidente don Robert che mi ha spinto e incoraggiata a farlo. Partecipare all'Assemblea mi ha fatto capire quanta importanza abbia questa associazione e soprattutto quanto bene fa. IL BENE NON FA RUMORE. È stata un'esperienza di arricchimento reciproco: nuove conoscenze, nuove amicizie. L'occasione per conoscere persone speciali dall'animo missionario ma soprattutto mi sono resa conto che far parte dell'OPAM è una vera vocazione, una vera chiamata, una vera missione che il Signore ha voluto affidarmi... tutta opera dello Spirito Santo. Lasciamoci plasmare e guidare dal Suo Amore. Sin da piccola ho avuto una sensibilità speciale verso i paesi poveri e un amore particolare per l'Africa che poco a poco è cresciuto anche attraverso il gemellaggio che lega da ben 30 anni la diocesi di Noto con quella di Butembo-Beni. Sia lodato e ringraziato il Signore che ha fatto grandi cose per noi in questi giorni. Fiduciosi continuiamo a lavorare nella Sua vigna per la sua GLORIA. Cettina Alescio

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Riportiamo le testimonianze di tre nuove socie che per la prima volta hanno partecipato all’Assemblea.

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Vita associativa Conosco l’OPAM da sempre, fin da quando ero bambina, attraverso mia mamma e altre sue amiche del gruppo di Ventimiglia. Nel corso degli anni ho seguito le attività dell’OPAM, ma sempre rimanendone un po’ al margine. Recentemente, una socia del gruppo di Milano mi ha spronato a fare il “grande salto” e a chiedere di entrare a far parte dell’Associazione. La mia richiesta è stata accolta e così sono stata invitata a prendere parte all’Assemblea dei soci a Roma. In realtà non sapevo cosa aspettarmi, credo una serie di lunghe e noiose relazioni. Ho pensato che far parte a pieno titolo di un’associazione vuol dire anche questo e di buon grado sono partita da Milano alla volta di Roma. Quello che ho trovato a Roma è stata invece una piacevole sorpresa. Ho trovato un’accoglienza, uno spirito di fratellanza e condivisione tra i soci che è raro trovare in altri contesti. Nel mio immaginario, i soci dell’OPAM erano per lo più insegnanti o ex insegnanti dediti ad opere di beneficenza a favore di bambini che altrimenti non avrebbero avuto accesso all’istruzione. Mi sono accorta che in realtà i soci sono persone di età diverse, appartenenti ad ambiti lavorativi differenti e provenienti da tutte le parti d’Italia, tutte persone che, rispondendo alla chiamata del fondatore ed ispiratore Don Muratore, si impegnano nell’OPAM consapevoli però che tutto fa parte di un disegno molto più grande. Infatti, tante associazioni operano nei Paesi in Via di Sviluppo per costruire scuole e offrire un’istruzione ai bambini, ma l’OPAM ha qualcosa in più e questo l’ho percepito chiaramente nell’incontro con gli altri soci. Ho sperimentato che l’OPAM è un’associazione che crea relazioni tra le persone e sono tornata da Roma con un’energia rinnovata. Non sono mancate, nei momenti più istituzionali dell’assemblea, le relazioni lunghe e noiose, necessarie per alcuni adeguamenti dello Statuto alla normativa vigente, ma molti di più sono stati i momenti di vero scambio e condivisione tra tutti i soci. Anna Canavese

Carissimi, con gioia esprimo ciò che ho provato alla Assemblea dei soci. Ho vissuto momenti di vera fraternità. Mi sono sentita accolta e inserita in una Grande Famiglia dalle Radici profonde radicate al Cuore di Cristo. Ho preso consapevolezza dello spessore morale, etico e professionale dell'OPAM.... Potete immaginare, essendo nuova all'ambiente ho sentito tutta la mia piccolezza dinanzi alla chiamata a questo impegno verso i fratelli più dimenticati del Sud del Mondo.... Mi incoraggiano le parole di Madre Teresa di Calcutta: "Siamo una matita nelle mani di Dio." Con questa immagine, abbraccio e ringrazio ciascuno dei fratelli OPAM.

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Piera Maniaci

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COSTRUZIONE

ARREDI

DI SCUOLE

SCOLASTICI

MATERIALE

EDUCAZIONE

SCOLASTICO

ALLA MONDIALITÀ

SERVIZI IGIENICI

STIPENDIO

E ACQUA POTABILE

AGLI INSEGNANTI

COSA ABBIAMO FATTO CON IL TUO 5X1000 Il tuo 5x1000 del 2015 (ricevuto nell’agosto 2017) e 2016 (ricevuto nell’agosto 2018) ci ha permesso di: - Costruire, ampliare o ristrutturare 4 scuole per un totale di 19 aule in India, Filippine, Cameroun, Rep.Dem.Congo - Dotatare di 1 ostello una scuola nelle Filippine - Dotare di servizi igienici e acqua potabile 1 scuola in Tanzania - Arredare e dotare di libri 1 scuola in Cameroun - Garantire lo stipendio e la formazione a 8 insegnanti in Cameroun Tutto questo ha permesso a 1431 bambini/e e ragazzi/e di avere un’istruzione. E tanto altro ancora…. per diffondere e coinvolgere sempre a più persone nell’educazione alla mondialità. Grazie di cuore per la vostra scelta. Abbiamo fatto tanto e speriamo di continuare con la vostra firma ùa portare istruzione e speranza di un futuro migliore a tanti altri giovani. Devolvere il 5x1000 all’OPAM è facile: metti la tua firma e il nostro codice fiscale 80192470583 nel riquadro specifico del volontariato


a t s o c n A te no o r o l r e nulla, p a r t s e n i è una f aperta o r u t u f l su

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80192470583

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