URGENZA SANITA': PER IL RILANCIO DI UN SERVIZIO SANITARIO ACCESSIBILE E UNIVERSALE

URGENZA SANITA': PER IL RILANCIO DI UN SERVIZIO SANITARIO ACCESSIBILE E UNIVERSALE

Lanciata
4 maggio 2023
Firme: 4.135Prossimo obiettivo: 5.000
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Perché questa petizione è importante

 

 

Di fronte all’attuale stato del Servizio sanitario nazionale, evidentemente in crisi dal punto di vista della capacità di dare risposte efficaci, efficienti e in tempi brevi a tutti i cittadini che chiedono salute, abbiamo deciso di dare vita ad una giornata di mobilitazione nazionale e territoriale che abbiamo deciso di chiamare “Urgenza sanità”, che si terrà il prossimo 11 maggio a Roma, e lanciare un appello affinché ci sia un vero rilancio del nostro SSN dopo anni di tagli e di contrazione dell'offerta, in termini di prevenzione e di servizi, per i cittadini. Se vuoi saperne di più, leggi questo breve testo.

Sostieni anche tu questa "mobilitazione continua" sottoscrivendo il nostro "Manifesto", di cui riportiamo di seguito i punti salienti. 

 

Avevamo costruito insieme un sistema sanitario pubblico e universalistico fra i migliori del mondo ma ora milioni di cittadini stanno rinunciando alle cure perché molte porte sono di fatto chiuse, e le alternative costano troppo. 

È ora di invertire la rotta. Basta con tagli di fondi, di personale e di posti letto! Ma l’emergenza impone anche una mobilitazione di coscienze. I cittadini e i professionisti hanno il diritto di partecipare alle decisioni che li riguardano. Senza questa mobilitazione anche il recente sblocco dei decreti per l’attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (comunque fermi al 2017) rischia di non produrre effetti reali. 

Negli ultimi anni sono state approvate norme che disegnano una sanità accogliente e partecipata, sostenuta da servizi territoriali progettati insieme agli utenti, ai professionisti e alle comunità, rimaste finora inattuate, aumentando lo spazio  dei privati. E’ ora di rilanciare della sanità pubblica mettendo subito in atto i percorsi già indicati. 

Il primo riguarda il diritto, dei malati cronici e delle persone non autosufficienti di essere sostenuti con percorsi di cura sociosanitari integrati e personalizzati. Bisogna cambiare una legge del tutto inadeguata ma è già possibile intervenire costruendo insieme i percorsi con il concorso dei cittadini, garantendo il dovuto sostegno ai familiari che assistono i propri cari, favorendo la formazione di reti di tutela e sorveglianza, animate dalla cittadinanza attiva.

È prioritario intervenire sulle liste di attesa che chiudono le porte del servizio sanitario. La carenza di risorse umane e tecniche è oggettiva e deve essere colmata, ma bisogna anche fare chiarezza in un sistema oscuro, nel quale si mescolano prime visite e controlli, si chiudono o non si conferiscono le agende, si creano rapporti poco chiari con i privati, e altro ancora. Il piano nazionale di governo delle liste di attesa 2019-2021 prevedeva la partecipazione dei cittadini al monitoraggio, mai attuata e invece indispensabile per fare la necessaria chiarezza. 

La sanità digitale è un diritto da attuare implementando l’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico, per ridurre la burocrazia e comunicare con i professionisti, come già avviene in alcune realtà, con il concorso delle organizzazioni civiche.

Il decreto sulla medicina territoriale prevede l’insediamento delle Case della Comunità che dovrebbero essere progettate insieme alle comunità locali e ai professionisti. Coi soldi del PNRR si stanno costruendo i muri; intanto le comunità locali, i professionisti e la cittadinanza attiva possono già definire in ogni territorio, i servizi che le riempiranno, riducendo anche la pressione sul pronto soccorso. Perché perdere tempo?

Fare entrare i cittadini vuole dire rilanciare il servizio sanitario nazionale ma c’è bisogno di tutti: dei professionisti che non devono abbandonare la nave ma essere protagonisti di una grande impresa con il dovuto riconoscimento, delle comunità locali, delle organizzazioni civiche e delle loro competenze, anche dei privati che si riconoscono come attori di un sistema universale e non semplici percettori di un profitto.

Le istituzioni hanno l’opportunità di ricostruire concretamente un rapporto positivo con la cittadinanza per superare l’emergenza sanità. Sarebbe molto grave non assumere questa responsabilità

 

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